La razza Criolla ha origine dai discendenti del cavallo spagnolo del sedicesimo secolo, nel quale vi era una forte presenza di sangue berbero, cavalli considerati tra i migliori in Europa. Arrivarono al seguito dei Conquistadores Spagnoli e Portoghesi e i capi, che si dispersero o furono abbandonati a causa delle rappresaglie con gli Indios, si diffusero in Argentina: per via fluviale attraverso il Rio del La Plata e terrestre attraverso il Perù. Si riprodussero allo stato brado e dopo quattro secoli di selezione naturale i vari incroci originarono un cavallo molto resistente capace di sopravvivere alle condizioni climatiche più impervie e con le migliori doti di rusticità, resistenza, capacità di recupero, adattabilità a un ambiente naturale piuttosto ostile: qualità fondamentali che distinguono questo cavallo dal resto delle razze equine del mondo, sommando a questo una grande varietà genetica.
Furono dunque i cavalli spagnoli, particolarmente gli andalusi, portoghesi,arabi e berberi che trasmisero il proprio sangue e le principali caratteristiche morfologiche alla razza Criolla. Durante il diciannovesimo secolo le femmine delle mandrie più vicine ai centri abitati, furono incrociate con cavalli di sangue europeo da sella e da tiro, quest’unione di razze poteva provocare la scomparsa della razza Criolla pura, e, di fatto, ha dato origine ai cavalli argentini meticci. All’inizio del ventesimo secolo, il dottor Emilio Solanet ed altri prestigiosi allevatori Argentini, cominciarono a cercare gruppi di cavalli che non erano ancora stati contaminati dall´incrocio con cavalli europei: si spinsero a cercare, giungendo fino in Patagonia, le mandrie pure che non erano state mai oggetto di incrocio per preservare in purezza, la razza Criolla.
Dopo questa selezione, compiuta da parte di Emilio Solanet, vennero definiti gli standard della razza Criolla e nel 1918 fu creato il registro Genealogico con la conseguente approvazione di stalloni e giumente rientranti negli standard di razza. Ebbero inizio le ispezioni e selezioni delle prime mandrie, ogni prodotto, a due anni di età, fu sottoposto a ispezione fenotipica per ben cinque generazioni al fine di conseguire il CAVALLO CRIOLLO PURO che deve possedere una apprezzabile uniformità fisiologica da garantire una completa identificazione razziale, pur conservando una versatilità genetica dalla quale deriva la sua enorme capacità di adattamento.
Per verificare la presenza di queste caratteristiche nel cavallo di razza Criolla vengono organizzate delle prove funzionali per esaltare l’attitudine e l’abilità al lavoro in campagna.Abbiamo detto che una delle qualità fondamentali che caratterizzano la razza è senza dubbio l’eccezionale resistenza alla fatica prolungata e la capacità di un pronto recupero con una alimentazione di solo pascolo: fu proprio grazie a queste doti del cavallo Criollo che poté essere realizzata un’impresa epica quando nel 1925 Emilio Solanet mise a disposizione del dottor Tchisffely due cavalli di razza criolla , di 17 anni e 15 anni, provenienti dal suo allevamento: i loro nomi erano “Mancha” e “Gato”. Partendo da Buenos Aires diede inizio ad un viaggio che doveva durare due anni, egli attraversò Bolivia, Perù, Messico e giunse infine a Washington dopo aver percorso circa 23.000 km in compagnia dei medesimi animali con cui era partito. Il viaggio dei due cavalli fu lunghissimo, pieno di avventure di ogni genere, su e giù per monti impervi e valli profonde, caldo soffocante, freddo intenso, molto spesso alimentati da un pascolo scarso e di qualità scadente; eppure giunsero alla meta in buone condizioni e vissero ancora molti anni come onorevoli cavalli in pensione.
Anche oggi le associazioni di allevatori del sud America organizzano ogni anno una prova di resistenza “Marcia Annual de Resistencia” che è diventata un’occasione unica per dimostrare concretamente le doti di rusticità, resistenza e capacità di recupero di questi cavalli nel senso più ampio del termine. Le marce hanno come obiettivo di selezionare gli animali a seconda delle caratteristiche di rusticità, di resistenza e capacità di recupero, infatti, i cavalli partecipanti alla Marcia vengono radunati in un grande campo e severamente controllati per 30 giorni affinché non venga somministrato loro alcun cibo al di fuori del pascolo stesso, quindi i partecipanti partono per un percorso di 750 km che devono coprire in 15 giorni avendo come unico alimento le praterie.Le doti di resistenza e di rusticità di questa razza l’hanno fatta assurgere al rango di razza più prestigiosa di cavallo sudamericano. Nel 1923 in Argentina venne ufficialmente fondata la A.C.C.C. “Asociacion Criadores Caballos Criollos” con lo scopo di assicurare la conservazione e la divulgazione della razza. Col medesimo intento, in Sud America, sono state costituite associazioni di allevatori di cavalli Crolli in Uruguay, Cile, Brasile e Paraguay. Solo in questi ultimi anni in Europa si è cominciato ad apprezzare e a valorizzare questa razza con la costituzione di associazioni di allevatori in Germania, Francia e Italia. Tutte queste associazioni si occupano di mantenere vigente lo standard razziale mediante ispezioni e gare morfologiche nella ricerca di mantenere un tipo di cavallo rustico, docile e longevo, che messo di fronte a prove funzionali molto severe dimostra le proprie capacità; un cavallo insomma di grande versatilità che risalta per la sua intelligenza, docilità e attitudine al lavoro in campagna, doti che sommate alla già menzionata qualità di resistenza fanno del cavallo Criollo la miglior scelta quando si ha bisogno di un soggetto sobrio e maneggevole, per escursioni in campagna, gare di resistenza e gare di monta western come Pole e Barrel, Team Penning e Gimkane.